3o cui nè la grandezza nè il fasto die le circonda impedisce di farprcgio e tesoro del tempo ch’elle spendono ad onorar coi loro lavori le arti ! Chi crederebbe che sotto a quelle trine, a quelle fogge giovinili ed eleganti, che assorbiscono le cure e i pensieri delle men nobili e distinte donzelle, si nascondesse non ostentato, non conscio forse a sè stesso, 1’ entusiasmo di Tiziano e di Paolo? A que’pennelli, a que'cavalletti, e più ancora a’ begl’ incominciati lavori che pendon da quelli, chi mai crederebbe d’entrare le stanze d’uua fanciulla; le fanciulle, che i padri nostri condannavano solo alle opere vulgari della spola e dell’ ago? Passò stagione che le arti come le lettere erano solo privilegio c diritto delle barbe grige, e l’artista e il poeta vestivano i laceri panni di Don Eutichio o le rozze o salvati-che tonache deJ dotti eremiti de’ seminnrii ; ora le artij le lettere amano il viver civile, si mescono e confondono colla società, voglion la luce del mondo per cui sono create : la galanteria non ■ scema anzi crescepregio agli ingegni. \\non barbavi,.non unguem pone re curai è rimasto per impresa a’ filosofi e a’ bibliotccarii del secolo XVII. Le arti eie lettere sono ora piùgiovaui, più gaie, si muovon col mondo : nulla è più stazionario; il classicismo è sparito, o trovasi solo ristretto a coloro, che con laute invenzioni di stufe e calo-