1*3* Lutno XLIV, CAPO III. » e ribalderie; per follie c sfacciataggini continuate; nè vai che con » logica tutta sua, lo venga poi riscontrando veritiero ne’ falli eh’ei » narra, mentre non credo vi sia al mondo uomo di senno, che prestar » possa fede a’ racconti di un ribaldo, come era il Casanova ; il » quale ha intessuto forse pochi fatti veri a molti di falsi per dar » colore di verità al suo racconto, com' è costume di questa genia » vomitata dall’ultimo abisso. * Del Ballerini non parlo, perchè le lettere confidenziali di un » fattorino, che trattano di miseri fattarelli staccati, e la più parte » accaduti nell’ interno di poche famiglie, non posson venire in » soccorso alle osservazioni del filosofo, che prende le cose da alto, e » sdegna aggirarsi fra le gore e i pantani ; nè parlo in fine de’ dipinti » del Loughi dall’ autore invocali a testimonio delle sue narrazioni. » Questo è quanto mi cade rilevare circa la filosofia e la critica » dell’ autore ; che in ciò riflette la carità della patria, cui basterà » toccarvi, non aver potuto egli occultare il timore di essere ap-» puntalo da chi veramente nudre in cuore questa cara virtù, imper-» ciocche dubita, nella fine di quella sua Prefazione, d’ essere da » »alun riconvenuto di aver egli narrato molte cose di cui era bello • il tacere; e, fallosi accorto della giusta censura, con viirea fronte • previene I’ accusa soggiungendo. — Ma intermettano, risponderò » agli osservatori, intermettano gli uomini di rendersi censurabili coi » fatti se non voglion che si abbia a censurarli cogli scritti; e per » quanto penoso e increscevole sia ad un figlio disvelare le colpe e i • traviamenti della madre; non si dannino i posteri a rimaner sempre » al buio.—Alla quale sua giustificazione, potrebbero a rincontro gli » osservatori a lui chiedere, ila ehi ebbe egli l’incarico di farsi » relatore delle colpe, se pur ve ne sono,della madre,e qual d’uopo » mai v’era, con quella sapienza che lo illustra, e con quel cuore » eh’ ei possedè, venisse egli ora a compier le parti di Chanaan, • scuoprendo le vergogne materne, e, quel eh’è più, magnificandole » slealmente, valendosi della tromba de' commediografi, o degli ¡ni-» qui ovveramente di quella de’beffardi.