22il MURO XUll, CAPO II. • dubitando clic provenisse da terremoto, si gettò dal letto, rico- • vrandosi sul limitare della porla, ed allora precipitosamente pro- • fondaronsi la propria e le altre stanze contigue, restando in piedi » la sola muraglia e la porta, ove gli bisognò starsene per lungo » tempo gravemente percosso da’ sassi e da' frammenti nelle coscie » e ne’ piedi, senza poter comprendere 1’ orrore del precipizio per » l’oscurità della tenebrosa nolte. » Dalle rovine fu tratto il cadavero del capitano generale Andrea Pisani, e con funebre pompa fu accompagnato al sepolcro da tutti gli ordini della milizia e dei nobili, compianto con sincere lagrime per 1’ acerbità del caso e per la ricordanza del suo retto e soave governo. I danni poi della piazza trovansi commemorati in più cronache e scritti contemporanei : brecciato per venti passi, circa, di lunghezza il fianco del castello, eli’ è dalla parte del Mandracchio, e per altri sedici o venti passi in profondità sino al piede delle fondamenta. Cadde pure brecciata tutta la faccia della porta, ad eccezione di un solo avanzo di muro, che si mantenne in piedi sostenendo un cannone; e dal lato della mezza luna restò in piedi un altro l>ezzo di muro, per la lunghezza di quasi dicci passi, isolato e cadente. Abbattute le caserme delle milizie nella cittadella, i magazzini delle armi c tutte le abitazioni, restò il terreno interno del castello disperso alla larghezza di quindici passi geometrici, lasciandovi un concavo in figura di semicerchio. Non tardò il senato a mandare pubblici ingegneri per riparare tanti danni nelle fortificazioni, i cui lavori avevano costato, non guari avanti, immense somme ; e ben di più n’ esigeva la necessaria riparazione del guasto attuale. Nè si fermò la liberalità del senato al solo provvedimento materiale della fortezza ; accorse inoltre ad assistere con largizioni gl’ infelici abitatori danneggiati sì enormemente nelle proprie famiglie e nelle sostanze.