à.^0 1698. *09 dall'altra : durò lunghe ore : fu di sangue lecondissiina. Da ultimo, i turchi piegarono, presero la fuga, nè si fermarono clic quando si trovarono al sicuro di là dello stretto dei Dardanelli. Altro vantaggio non colsero i veneziani da questo fatto d’arme se non che di avere conservato la loro superiorità sul mare, e di avere impedito al capitan pascià di scorrere ad esigere in quest' anno i tributi delle isole dell’ Arcipelago. Era corso intanto il triennio della carica di capitano generale sostenuta da Alessandro Molino: perciò in sull’incominciare dell'anno 1698 era stato richiamato a Venezia ed eragli stato sostituito Giacomo Cornaro. Questo nuovo comandante, appena giunto a ÌSapoli di Romania, ove stanziava la flotta, passò a rassegna le truppe, le quali consistevano in dodici mila uomini d’infanteria e due mila di cavalleria, appostati qua e là in varii punti importanti della Morea. Affidò la custodia dell’istmo di Corinto a quattro reggimenti d’infanteria tedesca, e pose molli corpi di truppe a portata di potere all’uopo accorrervi ad assistenza e difesa. Falle queste disposizioni, salpò con la flolUi, che consisteva in ventiquattro buoni vascelli, venti galere e sei galeazze. Piegò verso le isole di Statimene e di Imbro, per sottometterle, od almeno saccheggiarle, acciocché corresse a soccorrerle il capitan pascià e quindi si trovasse impegnalo seco lui a battaglia. Ma quel comandante cercò sempre di scansarsene, rimanendo al sicuro nello Stretto de’ Dardanelli. Gli si avvicinò pertanto il Cornaro, ed ebbe in quell'occasione la sorte di predare alcuni legni di bandiera turca. Alla fine, il di 16 agosto, le due armate stettero a fronte : ma verso sera i turchi si ritirarono di là dei castelli con si grande fretta, che una sultana andò a rompersi nelle secche di Mauria. Il gran signore, stanco di quest’ inutile giuoco, comandò con minaccievole intimazione al capitan pascià di muoversi alla fine ad affrontare la flotta veneziana. Perciò, angustiato tra gli ordini di Muslafà ed il timore di un combattimento, che prevedeva funesto, usci dallo Stretto con Irenta vascelli ed entrò nel canale di Tencdo,