Asso 1722. 509 CAPO Vili. Sospetti della repubblica per i ambiguo contegno dei turchi. Grandi preparativi di guerra si andavano facendo in frattanto a Costantinopoli e nelle provincie dell’ impero ottomano, uè se ne poteva indovinare il perchè. Un contegno misterioso del serraglio moltiplicava nelle potenze cristiane i motivi di sospetto. Perciò i maltesi ponevansi sulla difesa : la repubblica dava ordini pressanti per armarsi ella pure : tutta 1’ Italia ne temeva le conseguenze. E vieppiù ancora crescevano i timori allorché soppesi, per mezzo di alcuni europei, che dimoravano nell’ Africa, avere il sultano invitate le tribù di liarbaria a richiamare tutti i loro corsari, ad equipaggiarne quanti bastimenti avevano, ed a far vela nella prossima primavera verso la Morea, per unirsi alla sua flotta. In mezzo a tante agitazioni c sospetti, Giovanni Emo, bailo della repubblica in Costantinopoli, adoperava tutta la sua destrezza per penetrare i disegni del ministero turco: ma indarno. Aveva persino manifestato i concepiti fimori al gran visir, il quale gli dichiarò, che di quell’ armamento non avevano a temere i veneziani, perchè il trattato di Passarowitz volevasi conservato lealmente nella sua inviolabile integrità. Tutlavolla la recente memoria di simili protestazioni prima d’intraprendere le guerre di Cipro, di Candia e di Morea, rendevano cauti i veneziani a non fidarsi di un governo, che non aveva parola. E ben se ne avvidero i turchi, che siffatte loro dichiarazioni non valevano a dissipare i concepiti timori della repubblica: perciò, quasi volendone dare un’assicurazione di fatto, mentre nel-1’ affare dei corsari di Dulcigno il ministero ottomano aveva mostrato un contegno di alterigia, adesso invece mandò un utfiziale di giustizia in quella città, acciocché fossero strangolali tutti quei dulci-guotti, che in Venezia avevano turbalo la pace, c ne fossero date alle Gamme le barche. Nè ciò bastava per anco a tranquillizzare il vol. xi. 47