SUGLI ULTIMI CIKQl'im’ANPII Mt> » altri scritti, e mancando di critica, c in molti luoghi di storica • verità, non ponno giovare alla patria e agli sludii.—Il che potrei » largamente provarvi, se le mie cure lo acconsentissero, e se a voi • facesser d’uopo le pruove mie per conoscere questo vero da tutti • i saggi nostri concittadini sentito. » Ed ecco il perchè costui cerca colle vane sue ciancie d’im-» pedire gli altrui nobilissimi studii, dappoiché teme che da questi » ne sorga a lui onta e disdoro. — Ma nulla potranno fare giammai le » esclamazioni di chi offre della sua sapienza e della sua critica tali » saggi; che dannati ci già vede, in quella vece, alle tignuolc o alle • acciughe le proprie scritture, mentre osserva, fremendo, quelle di » tanti altri nobilissimi ingegni che onorano la patria e le lettere, » essere da tutti laudate, consultate e ricerche. » Voi, infrattanto, amico dolcissimo, conservatevi lungamente, » a decoro di questa Venezia, ed abbiatemi del continovo presente • alla memoria, assicurandovi che sarò sempre, » ecc. ecc. Un’ osservazione vorrei qui soggiungere alla sfuggita, circa P impressione, che devono fare nell' animo dell’ autore di coleste Memorie le cose esposte, tuttoché con acre stile e veemente, nelle due lettere testé recale dell’ imparziale archeologo ed illustratore veneziano ; non che le considerazioni clic su di esse io feci e farò. Ed e 1’ osservazione mia, di ripetere lo stesso argomento, col quale egli chiede la sua prefazione (I), per giustificarsi dell’impudenza sua di narrare (esagerando c calunniando) tante bruttezze, che avrebbe potuto lacere : « Ma intermettano, gli uomini di rendersi » censurabili colla sconcezza delle lor letterarie pubblicazioni, se non » vogliono che s’ abbia a censurarli cogli scritti ..,. nè si dannino » i posteri a rimaner sempre al buio intorno alla conoscenza verace » delle cnndizimii di siffatti promulgatoli di menzogne e calunnie; co-» noscenza cui, per sentenziar poi con senno sulla politica, por dee CO r*g. xxti.