ANNO 4 718. 223 CAPO III. Condizione dì Venezia dopo la pace di Pussarowilz. La pace di Passarowitz chiuse la serie delle conquiste e delle perdite della repubblica di Venezia. Quali erano i suoi domimi al momento di questo trattato, tali rimasero sino all’ ultimo giorno della sua esistenza. Bensi le sue relazioni con le corti estere tennero in continua attività il suo senato per conservarsi amica di tutte, senza attaccarsi mai al partito di alcuna. Da questo suo contegno prese motivo il Darù, e dietro a lui tutta la turba degli altri politici del suo taglio, di penncllcggiare le tinte di quest’ ultimo suo secolo coi neri colori della pigrizia, dell’ insensibilità, della noncuranza, donde poi gli piacque derivare la funesta sua decadenza, l’irreparabile sua perdita. Ma questo appassionato e maligno storico non pose poi mente alle contraddizioni, in cui gli fu duopo cadere nel progresso del suo racconto, esponendo i fatti, che lo mostrano essere stato menzognero più per malizia, clic non per ¡sbadataggine. « Ridotta, dice • egli (1), a un’esistenza passiva, essa non ha più guerre da soste- • nere, nè paci da conchiudere, nè volontà da esprimere. Spettatrice » degli accidenti, per scansare di essere obbligata ad avervi parte, » fe' mostra di non avervi interesse alcuno. Le altre nazioni veg-» gendola determinata in questo sistema d’impassibilità, ommettono » d’interpellarla su ciò che accade intorno a lei... . Isolata in mezzo » alle nazioni, imperturbabile nella sua indifferenza, cicca ne’ suoi » interessi, insensibile agli oltraggi, ella sacrificava ogni cosa all’amico » desiderio di non dar pelo agli altri stati e di conservare una pace • eterna. » Ed ecco quella repubblica, la «piale colla sua sapienza nel governare fu maestra per tanti secoli alle nazioni d’ Europa in ogni più raffinalo ritrovamento di saggia politica e di economica amministrazione ; eccola dal Darù ridotta un imbecille fantoccio, che colla sua infingardaggine prepara la sua totale ed ultima rovina. (i) Lib. xxxv, § i. vol. xi. 29