anno 1732. 379 sultano Magnimi, perciocché con quella potenza, piucché con le altre, interessava alla repubblica di mantenersi in pacifica corrispondenza. E di fatto il sultano Magmud confermò le antiche capitolazioni della sublime Porta col senato di Venezia. Anzi, perciocché i veneziani si lagnavano dei frequenti insulti, che la bandiera di san Marco riceveva dai corsari di Barbaria, il sultano permise loro d’inseguirli e di combatterli in tutte le spiagge ed i mari della Turchia, a condizione per altro, che lo facessero fuori del tiro del cannone delle piazze ottomane. Del resto poi, il senato non s’impicciava punto nella politica degli altri principi, sempreché questa non venisse a molestare il commercio della nazione. CAPO XI. Attenzioni della repubblica per gl’ interessi commerciali della nazione. Bensì diedero luogo a lunghe discussioni tra i senatori le novità dell’ imperatore e del papa, i quali concessero particolari franchigie ai loro porti rispettivamente di Trieste e di Ancona. I negozianti di Venezia fecero intendere al senato, come, attraendo questa doppia franchigia gli stranieri a quei porti, il commercio veneziano rimaneva notevolmente danneggiato : e perciò facevano istanze, acciocché anche a Venezia fosse decretato similmente il privilegio di porto franco. Fu presa in considerazione l’istanza, e diede argomento per più giorni a lunghe e serie discussioni. Versò il senato lungamente sopra i vantaggi e i danni di siffatta franchigia. Certo, che questa sarebbe stata 1’ unico e meno sconveniente rimedio al danno, che recavano a Venezia l’imperatore col porlo franco di Trieste ed il papa con quello di Ancona : ma d’ altronde, se tutte le provenienze