LA TATTICA DEI MONTENEGRINI 257 tenegrini come una nuvola di combattenti, con impeto irresistibile, e fanno vere stragi. Con tali manovre hanno distrutto a volte delle intere armate turche. Nei più gravi pericoli sogliono inoltre stac- care, fra le gole dei monti, enormi massi, e, nei punti più propizi, legarli con corde e vimini. Se avviene che il nemico passi di sotto, tagliano le corde e dagli erti gioghi precipitano quei maci- gni, i quali, trascinando spaventevoli frane, pos- sono schiacciare interi battaglioni e dividere l’esercito nemico. Per produrre simili franamenti, i montene- grini mettono in opera un altro mezzo non meno terribile: quello delle mine. Nella storia di questo paese sono memorabili le mine disposte dal Vla- dika Pietro Petrovich I, contro 1’ esercito di Ali Pascià. Un corpo montenegrino stava sulla som- mità di un monte, e Ali dava il segnale d’ un as- salto generale; ma all’ improvviso le spaventose detonazioni delle mine preparate dai montene- grini sparsero il terrore fra gli ottomani. La terra, i sassi balzavano e precipitavano, coprendo intere compagnie ; le grida disperate dei morenti ren- devano titubanti i superstiti ; questi si sbandavano e intanto i drappelli dei montenegrini, uscendo dalle loro imboscate e approfittando del terrore generale, completavano la disfatta dei turchi. Un Al Montenegro. 17