510 LIBRO XUII, CVPO IV. la linea mascolina, per grazia del senato ne In concessa la proprietà alle femmine altresì purché fossero passate a matrimonio con gentiluomini veneziani ; perciò ne ottennero la contea le due lami glie Pasqualigo e Gabrielli, le quali vi mandavano un vicario ad esercitarvi giurisdizione con mero e misto imperio. XII. Provincia del Friuli. La più settentrionale di tutte le provinole d’Italia, in parte montuosa ed in parte piana, è la provincia del Friuli, provincia amplissima, la quale si estende dal fiume Livenza al Timavo. Questo vasto territorio sino dai secoli più rimoti fu abitato da popoli veneti e formò una delle più illustri porzioni della Venezia terrestre. Perciò le città e le popolazioni sue seguirono progressivamente nello scorrer dei secoli la sorte e la polizia di tutta la Venezia, strette in costante alleanza coi romani, da cui fu loro accordato il jus latinum, la cittadinanza romana e tutte le prerogative, che quinci ne derivavano. Nei secoli delle invasioni de’ barbari, calarono in queste regioni, valicando le Alpi Giulie, i goti condotti dal re Alarico nel 401, e gli unni guidati da Aitila nel ; e sebbene questi vi distruggessero Aquileja, Concordia, ed altre città di questo angolo della provincia, tuttavia dalle rovine di esse ottennero prosperamento gli altri luoghi, clic non n’ erano stali infestali, cioè, Cividale, Udine, Sacile, Pordenone ed altri. Appena parliti gli unni, venne Odoacre cogli cruli : nel Ì|89 gli ostrogoti condoni da Teodorico vi pigliarono possesso, e vi stabilirono il lor dominio. Belisario in seguito e poi Nersete nel VI secolo vi assicurarono il potere dei greci. Ma non guari dopo, cioè nel 568, i longobardi vi entrarono guidati dal loro re Alboino, il quale ne incominciò la conquista in Forogiulio, ossia Cividale, ove stabilì la sede di un duca. Questa è propriamente Città del Friuli, e non già lo era Udine, come inesattamente notò il Sandi : anzi la si chiama perciò talvolta anche al di d* oggi