■¿IH LIBRO XLIII, CAPO IV. accordo sotto il dominio della repubblica di Venezia, che nel 11:26 ne prese il possesso. Non mi fermerò qui ad esporre le molle forme del governo di essa nelle precedenti età, perchè di troppo mi allungherei : ricorderò bensì 1’ interna sua amministrazione da poi che diventò soggetta alla signoria di Venezia. Le deputò allora il senato un podestà ed un capitanio, due camerlinghi per sopraintendere alla cassa del denaro pubblico, un castellano per la custodia del castello: del resto lasciò, previe alcune regole e discipline, lo stesso sistema d’interna amministrazione, che aveva la cittì» avanti la spontanea sua dedizione. V’ era un consiglio generale popolare ed elettivo, e questo continuò sino al 1188 ; ma di poi fu stabilito ereditario e nei soli cittadini originarli, che non avessero esercitato alcun’arte meccanica: ed era composto di 500, e vi aveva ingresso per diritto il podestà. Poi v’ era il consiglio speciale, composto di dodici cittadini, il cui preside aveva il titolo di Abate; ve n’ era un’ altro, così detto di consulta, composto di selle cittadini presieduti similmente da un Abate, c nel cui numero era un avvocato per sostenere in contraddittorio le ragioni della cittì». Al consiglio generale spettava il diritto di eleggere a tulle le subalterne magistrature urbane, eh’ erano trentaquattro : primarie n’ erano il consolalo di giustizia, i tre giudici all’ annona, un giudice ai dazi, c i consoli dei mercanti : tutte avevano i loro particolari statuti. V’ era un collegio di dottori, a cui spellava il diritto di conferire la laurea dottorale ai nobili originarli della città ; ma nel 1540 decretò il senato, che non potesse esservi ammesso a comporlo se non chi avesse già ottenuto la laurea nell’università di Padova. Ciò quanto alla città : vengo ora a dire del suo territorio, composto di ventiquattro quadre e di venti terre feudali. Poco sarebbero a commemorare e di quelle e di queste, ne ho dato il nome progressivamenle nel capo preceden-te ( 1 ) qui soltanto dirò, che al governo di quella veniva mandato un vicario o podestà, eletto dal consiglio generale di Brescia ; durava 1 *) *’»g- »6y « srg.