anso 1688. 61 il campo stava già per essere sforzato. Ma il provveditore Cornaro, con opportuna mossa del suo corpo di riserva, scacciò 1’ assalitore, lo pose in fuga, gli tolse sette bandiere, gli uccise trecento uomini, di cui fece esporre le teste alla vista degli assediali. I veneziani allora diedero alla città un assalto; ma senza prò. Lo rinnovarono tosto ; ma con pari effetto. Ne tentarono un terzo e s’ impadronirono di un torrione munito di bastioni, su cui si trincerarono. Mancò allora ai difensori il coraggio, perchè vedendo piantate su quello le insegne di san Marco, presagirono imminente la loro perdita. Perciò 1’ ultimo giorno di settembre capitolarono, a condizione di uscire con le armi e con quanto di robe avessero potuto caricarsi. Vi uscirono due mila e dugento persone, tra cui settecento uomini d’ arme. CAPO XVIII. Tumulti in Costantinopoli. Le disgrazie dell' ultima campagna avevano lavorato in Costantinopoli una rivoluzione, la quale scoppiò in sul principio dell’ anno 1688. L’esercito turco, creditore di cinque paghe, che, secondo I* uso di quella nazione, formano lo stipendio di cinque mesi, annoiato dei lunghi disagi e dei tanti patimenti sofferti per la scarsezza dei viveri e per le continue marcie, proruppe in un’ aperta sedizione, protestando contro la vita del visir Ibraim e del defterdàr, ove non fosse prontamente supplito al suo credito. Fuggi il visir: la sedizione infuriò più violenta : altri malcontenti si unirono ai precedenti : in fine, i sollevati, dopo di avere ottenuto le teste del defterdàr, del visir Ibraim e del suo successore Solimano, avevano fatto pronunziare sentenza di deposizione contro il sultano Mahomet, ed in luogo di lui vi avevano sostituito il fratello suo Solimano. Nelle quali pretensioni felicemente riusciti i sollevati, nacque tosto un bisogno di accrescere le rendite dello stato, onde accumular denaro per continuare le spese della guerra. Il nuovo sultano, povero