i »4 vedeva le stelle a mezzogiorno non vedeva intanto un giovinetto il quale pareva intendersi molto bene con la Rosina, nè troppo in quel punto curava le cose di lassìi, ond’ io eh’ ogni poco mi scandalezzo, mi tolsi di là per non essere costretto ad arrossire. In quella m’ abbattei in un tenero e dolio padre il quale spiegava le cagioni del gran fenomeno ad un suo ilglioletto di nove acini, e pigliava da quello cagione a insegnargli obbedienza e rispetto a’ maggiori, poiché il cielo mostrava in quella guisa la sua collera a’ cattivi, e ne oscurava il sole: di che quella povera creaturina era tutta tremante. L’ oscurità predetta dagli astronomi era alle tre e tre quarti sì intensa eh’ io eh’ era allora sulla riva degli Schiavoni m’ augurava un ombrello, che mi difendesse da’suoi dardi che mi si facevano abbastanza sentir sulle spalle. Giunsi a casa d’ un amico: si chiama il servo, il servo non risponde, ei pure con lutto il mondo faceva le sue astronomiche osservazioni; se non che in luogo dì darsi il disturbo di cercare un terrazzo, e rivolgersi al cielo, ei stava contemplando i secchi in cucina, poiché aveva udito dire che anche ne’ secchi si poteva contemplare 1' ecclissi. 11 fatto è vero : io non ho che 1’ onore di mandarlo alla posterità, cogli altri