106 Liono XLl, CAPO XXXIV. Il provveditore generale della Dalmazia, Gerolamo Dolfm, travagliava i turchi anch’ egli alla sua volta nell’ assedio di Dulcigno, asilo di tutti i corsari e di una quantità di ladroni. Da Venezia gli furono mandate, in sul principiare dell’anno 1696, le truppe e le munizioni, di cui bisognava. S’inoltrò adunque sino a Castelnuovo, e con una seconda marcia si portò presso a Dulcigno. Le sue truppe, di luogo in luogo, procedendo col loro cammino, scacciarono i turchi, che vi trovavano appostali in quei dintorni. Poi fece appiccare il fuoco ai sobborghi, che circondavano quella piazza ; di essa fece esplorare le posizioni e lo stato ; quindi piantò nei migliori punti sei batterie di cannoni. Un corpo di mille turchi gli si presentò per assalirlo nelle sue trinciere e spingerlo fuori delle linee tracciate : ma indarno. Egli fece assalire gli assalitori e li mise in fuga precipitosa. Alcuni di appresso, un altro corpo di cinque mila fecero lo stesso, e n’ ebbero la medesima riuscita ; anzi ne fu maggiore la strage. Questi ostacoli ritardavano bensì 1’ attività dei lavori, non però scemavano l’ardore marziale d’incalzare le opere di assedio. Impiegò le mine per far breccia nel terrapieno, ma non ebbero effetto : tentò alcuni assalti, ma riuscirono vani. Gli assediati d’altronde s’erano fatti più arditi per la notizia, eh’ era lor giunta, essere in marcia il pascià di Scutari alla testa di dieci mila fanti e di mille cavalli, per liberarli. E di fatto egli vi giunse; e giunto appena, attaccò furiosamente le linee dei veneziani : ma le sue truppe non poterono resistere alla veemenza del fuoco dei nostri : egli stesso rimase ucciso e la sua armata sbandò. Malgrado la lunghezza dell’ assedio di più mesi, i turchi assediati in Dulcigno non si perdevano di coraggio : benché sconfortanti dovessero riuscir loro le sconfitte di quanti vi erano venuti in loro soccorso. Eglino collocavano ogni speranza nell’ imminente stagione invernale, che avrebbe costretto i vascelli veneziani ad allontanarsi da quelle acque procellose e da quella spiaggia, che non olire ripari. Anche il Dolfino ne prevedeva la perniciosa sopravvenienza, e perciò nppunto, pria che questa giungesse, tentò un assalto generale alla