ANrvo 1718. 259 Sull’origine di questo castello varie sono le opinioni, la più comune e più accreditata si è, che ne sia stato fondatore Ateste, uno de’ compagni di Antenore, che piantò Padova. Le lapidi, i marmi ed altri pregevoli monumenti, che a quando a quando vi furono disottcrrati, ce P attestano città non infima della terrestre Venezia. Dominarono per lungo tempo in questa città, dopo le molte vicende ed invasioni dei barbari, i marchesi d’Este prima del 970 sino al 1405, nel qual anno diventò, con Padova, soggetta anch’essa alla repubblica di Venezia, e fu affidala alla reggenza di un podestà. Le sei vicarìe della provincia di Padova vengo ora commemorando.— Conselve trovasi ricordata in documenti dell’ anno 1014 : dicevasi Caput Sylvae a cagione di vasta selva, eh’ esisteva nelle contigue pianure ; dal che le venne il corrotto nome di oggidì. Vi risiedevano anticamente i vicari imperiali, e soggiacque a molte devastazioni : fu tiranneggiata anche da Ezzelino. Alla fine, passata, come tutto il territorio padovano, sotto il dominio della repubblica, ebbe a suo rettore un vicario, eletto dal consiglio di Padova. Tra i villaggi, che ne compongono il distretto, dev’ essere commemorato Pala maggiore feudo de’ conti de Lazara. —Anguillara, piccola terra sulla sponda settentrionale dell’ Adige, era similmente vicarìa di elezione del consiglio di Padova. — Teoio non n’ è punto superiore nè in estensione nè in grado : sta su di un colle ameno, al pari degli altri Euganei, che ne compongono la vicarìa.— Arquà merita maggiore considerazione per lo soggiorno e per la morte del Petrarca : al che hanno relazione le parole, che qui trascrivo dall’Alberti (1), il quale narrando de’ colli Euganei dice : « Sono lungo questi colli » molte belle contrade et ville, tra le quali evvi quella vaga d’ Ar-» quato detto Montanare, a differenza d’un’ altra, eli’è nel Polesine » di Rovigo, molto nominala per la memoria di Francesco Petrarca, » ove lungo tempo soggiornò et etiandio passò all’altra vita. Et qui * fu molto honorevolmente sepolto in un sepolcro di marmo, sostenuto (i) Cari. 426 della sua Italia, presso il Tenlori, pag. 181 del loro. XI.