anno 1G87. 8«> • il inerito de suoi più prestanti Cittadini, onde per si degne opera-» tioni vi lodiamo col senato, e mentre negli animi nostri saranno » registrate le memorie delle vostre distinte benemerenze volemo, » che se ne conservi anco un visibile monumento nelle sale del Con-» siglio di X con espressioni decorose e corrispondenti alle mede-» sime ecc. » E parlando di questo monumento, il Foscarini (l) dice essere stato decretalo, « che nella sala del Conseglio de Dieci fosse posta » 1’ effigie in bronzo del capitan generale, con honorevole memoria, » et in quelle pure si conservasse lo stendardo che fu tolto nella bat- • taglia al 3eraschiere. » La quale honorevole vicmoria, di cui ne fu decorato il busto, era FRANCISCO MAVROCENO PELOPONESIACO ADHVC VIVENTI SENATVS Inesattamente tradusse quest’epigrafe il Darù,dicendo: A Fban-cesco Morosim, Peloponnesiaco, vivendo. Bensì osserva con ragione l’Arrighi (2), a nessun altro generale della repubblica essere stato concesso per pubblico decreto un soprannome derivato dalla nazione o dalla provincia soggiogata (3). I quali onori tributali al Morosini furono narrati dagli storici Laugier e Darù, non già in questa circostanza, ma dopo la conquista di Corinto e di Alene: mentre la notizia dell’acquisto di esse fu mandata dalla (lolla a Venezia il dì 21 agosto; ossia, dieci giorni dopo che il senato aveva già pronunziato quel decreto. Ciò meglio ancora è dimostrato dalla lettera ducale, che qui soggiungo, ove non si fa veruna menzione di Corinto e di Atene, ma soltanto si nominano le quattro piazze summentovate. (1) Lib. VI ilell'Hiit. Vrn., pag. 247. (3) Ved. il Tenlori, Saggio di Stor. (2) Lib. IV. Ftn. p»g. ao5 del Ioni. X.