442 I.1BR0 XLIV, CAPO III. » amico mio dolce, rimangano per sempre chiuse nel petto vostro : » imperciocché, se io fossi stato per avventura chiesto di offrire • pubblico giudizio intorno a cosifatte Memorie, mi sarei guardato » di farlo, reputandole indegne di qualsiasi critica. — Poi, il con-» fesso, prima di dettar queste linee, non sacrificai alle grazie, come » 1’ amenissimo Platone al ruvido Senocrate consigliava, come fu » sempre mio stile; e quantunque mi posi a leggere le Memorie in » discorso purgalo dalle amarezze della bile, sperando riuscisse » egualmente incolpabile la dottrina e la sua dettatura, pure non • ebbi forza cotanto ad impedire che la bile irrompesse ed allagasse » il cuore, e si versasse nel calamajo. — Alla vostra discretezza » adunque mi affido ; mentre son certo che l’Autore, con questa sua • opera abbia seminato, come Cadmo, falsità, detraimenti, infamia ; » da cui, come denti di serpe velenosa^ vedrà nascere di repente ‘ un esercito di armati contro di lui. » Vivete sano e credetemi, ecc. ecc. » Né taluno, per la pubblicazione di questa lettera, m’incolpi di slealtà od inonestà verso 1’ amico, che me ne aveva raccomandato il silenzio ; egli stesso me ne sciolse con altro suo foglio scrittomi alcuni giorni dopo (1) ; quando, cioè, gli pervenne alle mani un Programma dello stesso autore di quelle Memorie storiche, ecc., con cui promette un guazzabuglio di Storia Italiana da desiderarsi, che non veda mai la pubblica luce. La qual lettera dell’ erudito nostro Za-notlo voglio qui pure inserita : ed è la seguente : « Dopo di avervi inviata la mia del gennajo decorso, nella quale » vi porgeva, dietro vostra ricerca, la mia qualsiasi opinione intorno » alle Memorie degli ultimi cinquant’ anni della repubblica veneziana, » qui pubblicate; mi perveniva a notizia il manifesto dato fuori dal-» PAutore delle .Memorie medesime, col quale minaccia di dare alle (1) Lelt. aut^gr. del io 1855.