IV. Seguita la pubblica mostba dell’1. R. Accademia. — Sale huove. Abbiamo condotto il lettore nella seconda delle due nuove sale senza farlo passar per la prima. Ma ciò non fu senza motivo: questa, prima nell’ordine, è certo seconda nel pregio; poiché in essa non sono esposti se non saggi di giovani alunni, e una copia d' una gentile pittrice. Ora le copie e gli alunni debbono andar dopo alle pitture originali ed a’ maestri. Questa copia é della nobil donna Balbi Bia-gi, che la trasse, se male non ci fu detto, da un dipinto del Tiziano e rappresenta una Venere la quale, in gran licenza a vero dir di toeletta, si pettina. E vista per di dietro in bello scorto, che ne lascia apparir quasi intera la faccia, e la figura presso che intera non è avara d’alcun dei suoi vezzi se non quanto li nega un velo leggie-rino, il quale però più non la cela che Una candida rosa uu soltil vetro. La pittura è di bell’ effetto, massime per la naturalezza e vivezza delle carni, e questo è effetto, di cui possono giudicare anche gli occhi di altri che degli artisti.