263 no, ben il Salvadori la rende più sensibile e quasi vera e presente alla mente con 1’ acconcia sua azione. Per questa parte dell’azione la Un-glier gli va a pari se non lo supera, massime nell’ ultima scena, ov’ ella così s’ investe nella disperazione di quella dolente Antonina, che perde per propria sua colpa il marito, in sul punto che racquis'ta il figliuolo, che si dura a fatica a comprendere come insieme possano andar uniti due sì diversi talenti, I’ azione ed il canto, senza che l’una nuoca all’ effetto dell’ altro. La Un-g/ierènon solo qui animatissima, ispirata, e quasi dissi fuor di sè stessa, come vuole la scenica rappresentanza, ina bellissime eziaudio sono le sue diverse attitudini. Forse ella può varcare alcuna volta il segno; ma in situazioni così diffici- li, in tanta esaltazione di facoltà, quanta elle richiedono, chi può appuntino serbarsi fedele a quel tremendo modus d’ Orazio? 11 Pasinij che quanto a situazioni ha parte men bella, ha pui e alcun punto felice, quanto ad azione, nella scena del riconoscimento; però mi pare che e il Pasini e il Salvadori potrebbe!' risparmiarsi alcuno di quei tanti abbracciamenti, con cui accompagnano quel sempre insieme, u-niti ognor del loro duetto. L’ espressione è invero troppo alla lettera tradotta in atto. Le tenerezze degli uomini non sono fatte così, e di