anno 1718. 305 Ceneda: della quale pretensione alla sua volta ho parlalo (1) , ove anche ne ho portato l’intiera consulta di fra Paolo Sarpi (2). E sebbene per condiscendenza del senato i vescovi continuassero ad esercitarne il temporale dominio, sotto la sovranità della repubblica; ciò per altro ebbe fine nel 1769, quando con decreto del dì 14 dicembre vi furono esclusi per sempre. Ed allora nacque nei cene-desi l’ambizione di reggersi da sé medesimi : sul che fecero calde istanze al senato, le quali aizzarono i coneglianesi a tentare invece, che il distretto di Ceneda fosse assoggettato alla giurisdizione del loro podestà. Nè gli uni nè gli altri riuscirono nel loro progetto : fu decretato alfine in maggior Consiglio, il dì 15 dicembre 1771, che « un patrizio veneziano, dell’ età non minore de’ 30 anni dovesse governare per sedici mesi la città di Ceneda, la contea di Tarso c i loro distretti col titolo di podestà, c che ad esso venissero assegnati ducali cento di valuta corrente al mese, e ducati quindici al suo cancelliere. » Regolata così 1’ amministrazione politica di Ce-neda, ne fu lasciata l’interna in mano de’ suoi due consigli generale e minore, formati di soli nobili della città. Podesterìa di Serravalle. Un mezzo miglio discosta da Ceneda è la piccola città di Serravalle, di antica esistenza, serrala Ira le falde di due monti, e perciò della dai latini Seravallum. Di poco furono dissimili da quelle di Ceneda le sue vicende nei tempi degli unni, dei goti, dei longobardi, e degli altri devastatori dell Italia, finché nel 1334 spontaneamente si diede alla repubblica di Venezia. Questa allora vi mandò a reggerla un podestà, il quale era capo e preside di tutte le radunanze del consiglio de’ nobili, a cui erano lasciali gli oggetti di civica amministrazione. Podesterìa di Porto-Bugole. Era questo anticamente un castello assai forte, dipendente da’signori di Praia, conti di Porzia c «li Brugnara: questi nel 1199 Io cedettero ai trivigiaui, dai «piali passò al temporale dominio dei vescovi di Ceneda, e dai vescovi passò. (i) Nel Ioni. Vili, pag 4