a3 tadina ; per questo il generoso Governo, il magnifico Sovrano, e la stessa cassa del comune versano a larga inano annui tesori a mantenerle, custodirle ed accrescerle, e tanto più care, più sacre debbono da’cittadini tenersi. Imperciocché così cominciano le roviue. Oggi cade una pietra, un’altra e un’altra domani, finché di dì in dì disfacendosi, l’intero edifizio crolla e s'atterra. Così è quasi perduta se non la vista, certo l’uso dell’antico palagio no, ma reggia dei Foscari, che ben resse all’urto, ¡il passaggio di quattro secoli, nou resse, all’ abbandono di questi ultimi venti o trenta anni per quanti sforzi il municipio facesse di vantaggiarsene, e volgerlo a cittadino servigio. Ahimè lutti non so* no al pari di me gelosi ed amanti, e il pubblico interesse e decoro trovò nel taccagno e privalo interesse il suo maggiore nemico. V. Uà OMETTO. In ogni tempo si è badato, e giustamente badato, alla eleganza delle forme esteriori delle genti di teatro : vero è pero che adesso siamo su tal particolare assai più dilicali dei nostri padri. Il fatto che sto per narrare proverà quanto fossero tolleranti settant’ anni addietro.