anso 1718. 351 Cuslel Novo prendeva il nome dal suo capo luogo, che si appellava Ncocaslrum, forse fondato da TVarto re della Rascia, e clic era capitale della Erzegovina. Questa piccola città, piantala alle foci del canale di Catlaro, ci è descritta con antiche mura munite da torrioni e risalti, ma senza terrapieni ; divisa in due parli per mezzo di un muro, sicché l’una dicevasi supcriore, l’altra inferiore: in quella abitava il provveditore veneziano, con una popolazione di 300 anime appena; nell’inferiore avevano soggiorno le sole milizie. Rai che facilmente se ne può conoscere la piccolezza. V’ erano due castelli a difesa, l’uno sulla sommità del monte, l’altro al mare. 1 veneziani se ne impadronirono con le armi nel 1687. Due incaricati della repubblica vi avevano residenza : un provveditore, siccome ho detto, ed un castellano. Quindici sole miglia di lunghezza .n’era lungo il distretto, composto di alquanti villaggi, ognuno dei quali aveva il suo barjah, ossia vessillo, ed era sotlo il rispettivo suo capo. Budua, che dicevasi Butua, e più esattamente Buttiamo, era una piccolissima città, fortificata per altro sì bene dai veneziani, nel 1539, nel 1555 e nel 1556 per ordine del senato, che nel 1686 potè opporre valida resistenza agl’ impetuosi assalti dei turchi. Un orribile terremoto nel 1667 la desolò. La reggenza della città c del distretto era affidata ad un podestà veneziano, il quale nei tempi antichi dipendeva dal veneziano conte e capitano di Sculari, la quale dipendenza naturalmente cessò dacché la repubblica non più fu padrona di Scutari. La città di Budua aveva un consiglio municipale formato di soli nobili : da questo si traevano tre giudici, clic componevano la curia del podestà, ed in assenza di questo il più anziano di loro ne faceva le veci sì nella città clic nel distretto. Allo stesso consiglio apparteneva la scelta anche delle altre magistrature subalterne : queste erano due procuratori del popolo, quattro deputati alla sanità, e due signori di notte. Questo distretto formava l’ultima estremità dei possedimenti della repubblica nell’epoca appunto, in cui la pace di Passarowitz ne ridusse alla condizione costante