586 LIBRO XLIII, CAPO XII. pace anche colla repubblica di Venezia, non avrebbero più con chi esercitare il loro mestiere. Per questa inutilità di maneggio anda-vnnsi intanto preparando gli elementi per una guerra con quelle nazioni: e la vedremo valorosamente maneggiata dal celebre generale Angelo Emo. CAPO XII. Inquietudini della repubblica per nuove minacce dei turchi. La posizione d’ altronde degli affari dell’ Europa metteva i veneziani in una particolare convenienza d’interessi verso la regina d’Ungheria. Era morto, il dì 20 ottobre 17U0, I’ imperatore Car- lo VI, e con lui andava estinta la linea mascolina della casa d’ Austria. Era questo un avvenimento, che attirava le attenzioni e stimolava la gelosia di tutte le altre potenze d’Europa. La prammatica sanzione di quel monarca ; la (piale era stata garentita dai principali stali del suo impero e da tutte le corti straniere, ed aveva per oggetto lo stabilire a favore dei posteri di lui l’indivisibilità degli stati della casa d’ Austria, seguendo sempre 1’ ordine della primo-genitura, anche per le linee collaterali, che vi si avessero a sostituire ; diede motivo agli ostinati contrasti ed alla guerra crudele, che terminò poi coll’assicurare la corona imperiale a Maria Teresa regina di Ungheria. A questa aveva fatto la repubblica, subito dopo la morte del-l’imperatore, le più ferme assicurazioni di amicizia, per mezzo dell'ambasciatore, che risedeva in Vienna, e che le fu appositamente mandalo a compiere un tale uffizio. Ed assicuravala inoltre, che continuerebbe ad osservare con la più dilicata esattezza i trattali conchiusi col defunto imperatore, e che farebbe ogni sforzo per prevenire tultociò clic avesse potuto turbare la pace tra le potenze. La complicazione degl’ interessi parziali dei varii stati di