TU LIBRO XLI, CAPO XXIV. » munus aposlolicis benedictionibus abunde dilatimi a venerabili » fralre Josepho archiepiscopo Thessalonicensi, nuncio nostro, nobi-» litati tuae rite tradendum defert istuc dileclus filius Michael An-» gclus de Comilibus cubicularins noster, quem praestantes virtules » atque animi dotes familiae, ex qua ortus est, fulgorem aequanles, » admodum commendaat. Praecipuis autem humanitalis significa-» lionibus cxcipicndum, eumdem a te prò explorato habentes, non • omiltemus nos rogare illuni, a quo bona cuncta procedunl, ut apo- • slolicam benediclionem, quam nobilitati tuae universaeque Vene-» tiartim reipublicae, quae tantum ducerli sortita est ex omni cordis » nostri sensu impertimur, uberi beneficentiae suae largitale cumu- > latam vclit. Datimi Roinae apud sanctam Mariani Majorem sub » annido piscatoria, die octava Aprilis 1690. Pontificatus nostri » anno primo. • La stima, che da per lutto facevasi della repubblica nostra, indusse talvolta i principi forestieri ad affidarsi nei difficili contrasti alle decisioni ed al giudizio del senato di Venezia. Così avvenne, in sul declinare dell’ anno 1689, per parte del granduca di Toscana e del duca di Parma, i quali avevano tra loro alcune differenze per la limitazione dei rispettivi confini. Cosimo III e Ranuccio II elessero ad arbitrio delle loro questioni il senato. Sul quale proposito errò il Laugicr, dicendo, che « il senato mandò sopra luogo alcuni com-» missarii, che, dopo un maturo esame de’ titoli rispettivi, pronun-» ciarono sentenza a favore del duca di Parma, ed il gran duca di » Toscana sottoscrisse alla loro decisione. » Cotesta decisione non fu già fatta dai commissari sul luogo stesso ; ma dal senato, in Venezia, dopo di avere ascoltati gli avvocali dei due principi. I raggiri della Francia avevano saputo tenere per alquanto di tempo nell’ inazione la Polonia e la Moscovia, ed avevano pur anco indotto il ministero turco alla continuazione della guerra contro l’imperatore. Era gran visir Mustafà Chiupergì, figliuolo e fratello dei due visiri di questa famiglia, i quali avevano fatto risorgere la gloria dell' impero ottomano. Egli marciò in Ungheria, battè gl’ imperiali,