578 UDRÒ XL1II, CAPO X. nel medesimo tempo fece pregare tutti i ministri delle corti estere a non volere concedere presso di loro ricovero ai malfattori, che meritavano i rigori della giustizia. Tutti vi acconsentirono ; sicché anche 1’ ambasciatore veneziano vi si dovè accomodare. Ma quanto al fallo precedentemente avvenuto, il senato mandò a Roma con pieni poteri il cardinale Quirini vescovo di Brescia : e dopo alcuni mesi di conferenze, terminò il contrasto con reciproca soddisfazione; perchè il papa privò d’impiego gli autori dell’ offesa recala all’ immunità della residenza dell’ ambasciatore ; il señalo se ne trovò contento, e la buona armonia tra le due corti venne ristabilita. Non fu di lunga durata il governo del doge Carlo Ruzzini: egli morì a’ 6 di gennaro dell' anno 1735, ed a’ 17 dello stesso mese gli fu sostituito Alvise Pisani, procuratore di san Marco, già benemerito della palria per li molti servigi, che le aveva prestali. Non gli mancava veruno dei pregi, che potevano reuderlo caro alla patria. Tulli gli scrittori contemporanei ce li descrivono con eleganti parole: « bellezza della persona, unita a soavità di parlare e genli-» tilezza di maniere; copia di ricchezza congiunta a liberalità di » animo; spirilo di religione, che si manifestava per ogni suo dello » e fatto. » Aveva prestato alla repubblica, ancora in elà giovanile, distinti servigi, particolarmente alla corte di Francia, allorché l’Europa era tutto sossopra per la successione di Spagna. Era stato ambasciatore nell Inghilterra ; lo era stalo a Milano, per complimentare in nome della repubblica I’ imperatore Carlo VI. Aveva sostenuto le cariche di Savio del Consiglio, di procuratore di san Marco; e di riformatore dello studio di Padova, nella quale magistratura protesse con grande impegno le scienze e le arti, e n’ebbe in ricambio una statua, che gli fu eretta in quella università. Negli anni del principato di questo doge, la repubblica di Venezia non di altro occupossi che di tutelare il proprio commercio ; spettatrice delle moltiformi vicende, che agitavano le altre potenze d Europa: irremovibile nella sua neutralità. Una delle più importanti premure del nuovo doge fu di confermare perciò l’amicizia col nuovo