k**o 1717. 185 Spagna, per prevenire il caso, che fosse morto il giovine principe, che regnava in Francia. L’Alberoni aspettò il momento di trarne vendetta ; e tostoché lo vide giunto, mandò fuori dai porli della Spagna una considerevole flotta, la quale approdò alla Sardegna e ne conquistò l’isola in pochi giorni. Aveva saputo mantenerne così occulto il secreto, che non fuvvi chi ne penetrasse il progetto prima dell’ avvenimento. Per la quale condotta dell’ Alberoni il papa Cle-menle XI, trovandosi ingannato dai raggiri di lui, se ne lagnò gravemente in pubblico concistoro e gli negò le bolle dell’ arcivescovato di Siviglia, a cui era stalo promosso. Persino si trattò di privarlo del cappello cardinalizio. L’imperatore lo esigeva, perciocché con siffatta slealtà venivano traditi i doveri del suo stato sino a suscitare la guerra contro una potenza, che stava combattendo contro i nemici della religione. Non giunse però il papa sino a questa gravezza di pena, perchè il sacro collegio, considerandone le conseguenze, si adoperò a frenarne lo sdegno. Ma l’imperatore intanto, costretto a dividere le sue forze, non potè rifiutarsi dal prestare orecchio alle proposizioni di pace, che gli faceva il sultano Acmet: le quali, essendo state dettate dal terrore, che gli avevano infuso nell’ animo le recenti sconfitte, mutarono faccia quando in Costantinopoli s’ ebbe notizia della guerra accesa in Italia : furono animate perciò da un’ alterigia proporzionata alle speranze, eh’ egli aveva concepito per questa inaspettata diversione. La repubblica intese con sommo rammarico la necessità imposta all’ imperatore di far la pace da un lato, per potersi difendere dall’altro: prevedeva il pericolo di aver a trovarsi sola di bel nuovo contro tutte le forze della potenza ottomana. Fece agire perciò i suoi ambasciatori intuite le corti, che prendevano parte agl’interessi della lega, affinchè impegnassero i loro buoni uffizi presso la corte di Madrid. Stimolarono i-1 papa ad assumerne con la sua autorità il patrocinio; ed egli scrìsse al re Filippo V un breve apostolico, che avrebbe avuto molta forza sulla coscienza di questo principe, se la destrezza del cardinale Alberoni non gli e I' avesse occultato.