il«© 1692. 85 Più felice dell assedio di Canea riuscì alle armi veneziane la difesa di Lepanto, investita dal pascià di Jannina con un corpo di sei mila uomini. Appena presentatosi alla piazza, intimò arrogantemente alla guarnigione di arrendersi : ma n’ ebbe la risposta, clic ben me-ritavasi. Una squadra di alquante galere comandata da Vincenzo Vendramin venne in soccorso di Lepanto. Assalì a cannonate il pascià, ch’era mancante di artiglierie, e lo costrinse ad allontanarsi dalla costa per un tratto di due grosse miglia. Un corpo di truppe veneziane gli piombò addosso, lo battè, lo pose in fuga precipitosa, lasciando sul campo cinque centinaja di morti. CAPO XXVII. Il doge Francesco Morosini è indiato alla carica di capitano generale. Rimasta 1’ armata senza il suo capitan generale, a cagione della deposizione del iMocenigo, era necessario dare a questo sostituzione, acciocché condotta quella dal supremo capo si disponesse alla campagna dell'imminente primavera 1693. L’elezione adunque del successore, e la forma con cui solevasi praticare giova qui raccontare : me ne sia guida lo storico contemporaneo Pietro Garzoni (1).— « Ne’comizi generali della repubblica, in lingua patria, grande o maggior Consiglio, dove risiede il giure della maestà, si distribuiscono i magistrati: ma le cariche de’ capi di mare ed alcune altre ancora sono in scrutinio del senato innanzi disaminate e conferite. Dopo 1’ estrazione degli elettori per il maggior Consiglio ragunansi in due lunghi ordini, che danno di sé un’ ammirabile vista, quelli, a’ quali appartiene la facoltà deliberativa in senato ( eccettuatine i procuratori di san Marco ) nella sala contigua volgarmente chiamata dello scrutinio. Ai gradi del tribunale e trono sono piantate due urne (i) Lib. XI, pag 5oi e leg.