248 LIBRO L, CAPO III. » medesimi, avevano imaginato una rivoluzione per armarsi e piom-» bargli contro ne’ momenti, ne’quali il nemico gli stava di presso: » che lo provava Tesser egli stato costretto di aprirsi il passo della » Lombardia sempre combattendo e disarmando torme di villici, » sostenuti e diretti da’ veneti : che era colpa veneta, se il Buona-» parte venne costretto a segnare un armistizio di dicci giorni colle » truppe imperiali, ... in conseguenza delle venete disposizioni, im- • pedicnti il passo alla marchia de’ rinforzi all’armata » ; e che di tuttociò avrebbe dovuto alla sua volta il senato pagare il fio. Non pensava poi l’arrogante generale, che, quandanche di tuttociò fosse stato autore il senato, non avrebbe che usalo del suo diritto contro iniqui aggressori, i quali in onta dei più sacri diritti delle genti occupavano con la violenza un territorio pacifico, neutrale e disarmalo. Tultavolta il Giovanelli contrappose alle accuse e alle dimande del Chabrain le più convincenti ragioni, dimostrando l’ingiustizia e la infedeltà del contegno francese in ciascuno dei violenti attentati contro la pubblica tranquillità e sicurezza dei veneziani domimi ; giustificò il popolo di Veroua, provocalo dai colpi di cannone contro il pubblico palazzo; sicché, vedendo esso insultata la pubblica rappresentanza di quel principe, cui tutto voleva sagrificare, era ricorso alle armi ; il perchè conchiudeva, che se non acconsentiva all’ ingresso delle truppe francesi in città, ciò era per una misura prudenziale onde evitare più funeste conseguenze nel popolo esacerbato; gli esibì invece di far gettare un ponte sull’Adige, dove meglio credesse convenirgli per le sue militari operazioni, e che, cessando le ostilità, si assicurasse la pubblica quiete facendo entrare nei castelli e negli altri appostamenti guarnigione metà francese e metà veneziana. Rigettò le proposizioni il generale, e per sommo di condiscendenza propose, « che si ritirerebbe dalla vista della Piazza, qualor » Io si volesse indenizzar de’ danni, che pretendeva, avrebbe a de-» rivarne all’ economia dell’ Armata, ed aveva anche estesa la carta: