8 LIBRO XLIX, CAPO I. » il vostro sovrano. Il sig. conte di Avaray, che vi rimetterà questa » lettera, vi assicurerà di nuovo, Signore, di tutti questi sentimenti, » quali voi mi avete ispirati, e che conserverò in ogni tempo verso di » voi.— Firmato — Luigi Stanislao Saverio.— » Ed a questa comunicazione aggiungono i triumviri, che dissimili non sono le disposizioni di lui, da che cambiarono le sue personali circostanze— « mentre che si ebbero nei recenti giorni positivi riscontri, quali assicurano, che il manifesto, dietro cui si travaglia nel suo gabinetto, c di cui tuttavia é dubbioso se seguirà la pubblicazione, non porterà però la data di Verona, non volendo il sig. co. di Lilla per sentimento di riconoscenza, che le sue direzioni possano mai compromettere i politici riguardi della repubblica. » — Un dispaccio del residente presso la corte di Torino Alvise Querini manifestava al tribunale degl’inquisitori, il dì 25 similmente di luglio, altre interessanti particolarità, circa la persona dello stesso conte di Provenza ; le quali eglino, il dì primo del successivo agosto, comunicarono ai savj del Collegio. Vi si diceva : — « Il sig. co. di Provenza scrisse due lettere a questo sovrano : una come re di Francia, nella quale gli partecipava la sua successione al trono, assicurandolo nel tempo stesso della più sincera amicizia ed attaccamento; l’altra confidenziale, come era egli solito di fare, usando il primo suo titolo. In questa seconda dopo la rinnovazione delle frasi di cordialità, lo prega di continuare a custodire presso di sé medesimo l’altezza reale di lui sposa nel solito suo incognito, e nel modo stesso, che 1’ aveva tenuta fino ad ora, esprimendosi dover esser per lei il più bel fregio quello di sentirsi chiamare figlia di Amadeo. Alla seconda soltanto rispose il re con altrettanta cordialità e premura, ed aggiunse, che non rispondeva al primo suo foglio, perchè conveniva anche per di lui vantaggio, che note gli fossero le determinazioni delle corti alleate e particolarmente di Vienna e di Londra ; e che daU’(altro canto non poteva il sig. co. di Provenza dubitare,'eh' egli nell’ animo suo non lo riconoscesse per vero e legittimo re di* Francia. Formala in tal modo questa risposta, scrisse