anno 1796. 105 * c senza riserva i mezzi di rendere quesl’ alleanza egualmente av-» vantaggiosa su lutti i rapporti, e 1’ unione de’ due popoli sarebbe » assicurata con un trattato, dettato dalla schiettezza c buona lede, » sole basi della politica francese. » Tali sono le disposizioni del Direttorio esecutivo. La pace » generale sul Continente si prepara : la sorte d’Italia sarà decisa. » La repubblica di Venezia alleata alla Francia deve tutto atten-» dersi dalla di lei amicizia. . Ma e per dei riguardi verso i nemici naturali, che meditano » la sua perdita, continuando a non conoscere i suoi veri interessi, » ella lascia scappare il momento di sottrarsi per sempre all’ ambi-» zione della Casa d’ Austria, non eviterà alcuno de’ pericoli, che la » minacciano e non avrà più il diritto di reclamare 1’ appoggio di » una potenza, che avrà negletta e che sola poteva garantirla. Que-» ste sono senza dubbio delle verità dure da presentare, ma la lealtà * francese non sa risparmiarsi 1’ espressioni, lorchè si tratta d’il-» luminare e salvare un amico. » Il ministro di Francia attende dalla sapienza di V. Serenità » e di VV. EE. le risoluzioni che possino determinare le viste del » Direttorio esecutivo relativamente alla repubblica di Venezia e la » misura dei rapporti politici, che deve trattenere con lei. Presenta » nello stesso tempo a V. Serenità ed a VV. EE. 1’ omaggio del * suo rispetto. » Venezia li 7 Vendemmiatore dell’ anno V della Repubblica » Francese una ed invisibile; 27 settembre 1796. » Con tanta arroganza scriveva il ministro francese alla repubblica di Venezia, quasiché il non unirsi in alleanza con la Francia avesse ad esserle imputalo a delitto e l’avesse ad opprimere, benché neutrale ed inerme, con sciagure, di cui la disleale amicizia del Direttorio le andava porgendo ormai da vari mesi i più duri saggi e preludii. E tanta arroganza spiegava egli, esagerando le forze del suo governo ; mentre da buona fonte sapcYasi già, se non dal Senato, vol. xni. 1 Z|