anno 1797. 117 » di cui mi prcgicrò eternamente, e per testificare a V. E. quel • profondo sentimento d’ ossequio e venerazione, clic nell' atto di • baciarle umilmente la veste mi fa essere ecc. » CAPO XXV. Rivoluzione in Bergamo. Il giorno 12 marzo era destinato allo sviluppo della rivoluzione degli stati veneziani di terraferma, ed il primo teatro doveva esserne Bergamo. Bergamo, quella città, quella provincia tanto fedele alla repubblica di san Marco, sino ad offerire un armamento di 30000 uomini a difesa di lei. Le particolarità di questo principio del rovesciamento della sua sovranità di quattordici secolù sono descritte dalla relazione, che il pubblico rappresentante Ottolin diresse, per mezzo degl’ inquisitori di stato, al Senato. Eccone il testo : t Serenissimo Principe. Mai più cosi dolente nell’ animo e tra-» fitto nel cuore mi presentai a V. Serenità, come in questa sven- • turatissima occasione, in cui debbo colla mano tremante segnare » il presente foglio apportatore della più infausta delle notizie, che » recar potessi mai a cognizione di VV. EE. Quella città, del go-» verno della quale in pubblico nome fui onorato, che volontaria si » diede, sono ormai quattro secoli, solfo il Veneto dominio, e che » visse tranquilla all’ ombra del più giusto e placido governo, Ber- • gamo non è più sotto gli auspicii fortunati della Repubblica. La .» più nera violenza, la più prepotente ingiustizia, il più reo tradi-» mento la sottrasse al dolce Veneto freno per sottoporla ad un » giogo, il quale, usurpato il nome seducente di Libertà, è in so- • stanza quello della schiavitù e del dispotismo. Questo fatto però » per quanto grande, per quanto aspro esser possa, non deve a VV. » EE. riuscire del tutto inaspettato ; poiché, come suol accadere dei » grandi avvenimenti, che sono preceduti da fatli, che li dispongono, » fu così anche in questo. Egli è pur troppo noto a VV. EE che,