anno 179 G. 67 Sull' appoggio ili questo decreto, gl inquisitori di stalo lavorarono indefessi per ridurre a pratica f offerta generosa, e vi riuscirono anche. Ma la maggioranza de’ savj del Consiglio eluse ogni cosa senza 1’ assenso, anzi senza saputa del senato. Tralascio qui di commemorare le frequenti comunicazioni, che dal provveditore generale INicolò Foscarini, e dal conferente deputalo Francesco Pesaro cavaliere, venivano dirette or al senato ed or agli inquisitori c quinci similmente al senato intorno alle violenze dei francesi ed alle violazioni del diritto delle genti contro la sovranità territoriale della repubblica. Tutte alla fine andavano a terminare nella gran filza delle Comunicate non lette al senato; cosicché il senato continuava sempre a restarsene all’ oscuro circa la realtà delle cose, conservatovi maliziosamente dalla prevalente ostinazione de’ savj. Non la finirei più se volessi a passo a passo tener dietro a tutti gli avvenimenti, che sebbene intermedii, o forse di poca importanza in sé stessi, concorrevano però nel tutto insieme a lavorare sempre più grave e funesta la rovina della patria. CAPO XI. Inquietudini di Veivna e di altre provincie. Un sordo muggito minacciava in Verona imminente procella, di cui accortosi a troppe chiare note il Foscarini, ne diede sollecito avviso al tribunale degl’ inquisitori di stato il di 11 luglio, implorando lumi e consiglio. « Io cerco, egli scriveva loro, di assicurare • la pubblica tranquillità e la quiete di questi abitanti, e certamente » lo sgombro del paese di gente così pericolosa, come coloro, già » innoltrali alle disposizioni di VV. EE. e li presenti, non può che • produrre sommo vantaggio a questo oggetto. Ma in mezzo alle mie » cure, egli é dolente al mio cuore sentire per alcuni fattimi rap- • porti, che sospettandosi dalli francesi, che questi abitanti, di genio » ad essi avverso, ed inclinati verso gli austriaci, possino al caso » di qualche rovescio di fortuna unirsi agli austriaci medesimi per