anno 1796. 25 » più dettagliale notizie, le quali io riservo al domani di assogget- • tarle più sicure e più esatte. Il presente momento, è veramente » imbarazzante per chi ha l’onore di servire V. Serenità in questa • provincia ; ecc. ecc. » La comunicazione di sì grave avvenimento, quanto da un lato fece presagire al senato vicina l’invasione altresì degli stati veneziani dalle truppe francesi, altrettanto manifestava sempre più urgente il bisogno di presidiare le fortezze e le città della repubblica, onde opporre agl’ invasori un ostacolo al progredimento dei frettolosi lor passi. Ed era in verità deplorabile a questo tempo lo stalo del presidio di Bergamo ; ned era minore quello, in cui trovavansi Crema, Brescia, Peschiera, Legnago ; ed in assoluto abbandono erano la Chiusa, Ponte Vigo, Orzinuovi, Asola ; per non parlare delle piazze interne dello stato e della stessa Dominante. Eppure i savi del collegio non si scossero punlo dalla neghittosa loro sonnolenza : si limitarono unicamente a proporre al senato l’intimazione di un ordine ai pubblici rappresentanti delle provincie di là del Mincio e di Verona e di altri luoghi, per cui all’ avvicinarsi delle armate francesi « sia della loro esattezza di mantenere le disposi-» zioni loro in quella innocuità di riserva, eh’ è dimandata dalla » delicatezza de’ pubblici rispetti, vegliando ad un tempo, perchè • tutto proceda in quei modi tranquilli non compromittenti i pub-» blici riguardi. » Cosicché con quest’ ordine non altro ordinavasi, che la osservanza delle disposizioni, che a ciascun rappresentante fosse piaciuto meglio di fare per impedire o per proteggere il passaggio o l’ingresso delle truppe nemiche : lo che in poche parole si riduceva a lasciare le provincie in balìa dell’ arbitrio e della volontà dei rappresentanti, che le governavano. E 1’ esercito francese intanto sempre più stendeva le sue conquiste, e sempre più da vicino minacciava i confini veneziani, dopo che aveva occupalo il territorio milanese ed aveva rispinto nella disordinala sua ritirala l’austriaco generale Beaulieu. Dello stato attuale delle cose il vice podestà e capitano di Bergamo, Alessandro VOL. xiii. k