268 LIBRO L, CAPO VI. » persone, fu amareggiato di continue ricerche o derisioni sulla • forma e sull’ epoche del governo, e le procedure degl’ Inquisitori • di stalo, e i piombi, e i molinelli e il canal Orfano, e tante altre • menzogne, che inventarono o ricopiarono gli autori francesi con » parole di disprezzo ed ingiuria al governo medesimo. Possono » ben credere VV. EE., che abbiamo risposto, come conveniva al • carattere universalmente acclamato e riconosciuto di quel Tribu- • naie, difesa, non mai terrore, de’ buoni e amalo perciò spontanea-» mente dal popolo. » La conferenza del dopo pranzo scoprì più ancora di quella » della mattina il Buonaparte determinato dal sentimento della sua > forza ad ¡sfuggire ogni trattalo, ed a voler dar la Legge per la ■ sovversione della Repubblica. Se non avessero bastalo le pretese » della mattina, mise in campo la rancida prelensione di venlidue » milioni di Capitali di Zecca, la consegna degli effetti Inglesi, che » sono a Venezia, e notino VV. EE. che mai non nominò quei del » duca di Modena, nè la sua persona, lo che potrebbe farlo credere » coaipreso nella Pace, come aderente della Corle di Vienna; rite-» nendo già le altre pretese del disarmo de’ suddili, castigo de’ rei, » congedo del ministro Inglese, e libertà de’ Prigioni, altrimenti la » guerra; nè mai discese a dir pace, quando anche tulle queste in-» giustissime ricerche si soddisfacessero. A varie riprese tante più » cose ci disse, che ridevasi degli Schiavoni, che andrà ad allac-» carli aneli’ essi, ma che sarà ben accollo, e che vi aveva delle » relazioni in Dalmazia: che apparentemente il governo della Re-» pubblica è il Libro de’Nobili, ma che in sostanza si riduce in » pochissimi, e tante altre cose, eli’ è inutile il ridirle. Siccome ci » lesse una lettera di Kilmaine riscaldatissimo sulle cose di Verona; » così ebbìmo campo dì giustificarle, mostrandogli, che primo fu » Balland a cannoneggiare la citlà, la quale dovette difendersi : e » da questo siamo passati alle altre direzioni de’ Comandanti frau-» cesi e a Crema, e a Brescia e a Salò. Infatti quantunque angu-» stiatì dalle Commissioni ristrette a trattar del solo disarmo dei