anno 1797. 235 » cd obbedire a quelle disposizioni, che alla loro autorità meglio » piacesse di determinare, ec. •> La voce degli avvenimenti testò narrati, s’ era sparsa nelle terre circonvicine, ed anche a Vicenza era giunta. Di là pure il provveditore estraordinario Nicolò Erizzo ne aveva dato avviso al senato. Le quali comunicazioni indussero in quella sera stessa il senato ad inviarne la notizia ai due deputati, che si trovavano al campo del generale Buonaparte, acciocché ne facessero a lui le più #vive lagnanze in nome della Repubblica. Intanto gli affari di Verona si rendevano sempre più gravi e funesti. I due pubblici rappresentanti Giuseppe Giovanelli, provveditore straordinario in Terra-ferma, e il capitano vice-podestà di Verona, Alvise Contarmi, s’erano restituiti al loro posto, e nel seguente giorno 19 aprile ne diedero minuta informazione al senato con quest’altro loro dispaccio (1) : « Ritornati in questa città abbiamo trovato, che, seguito anche » jeri un attacco per cinque ore, fu non lieve il danno degli abi- • tanti; molti essendo gliestinti, e tra questi il capitan Rubbi ; e • fu procurato d’ intavolare nuovo maneggio col generai Balland : » mal riuscito però anche questo tentativo ed insistente il Balland » nelle dure condizioni decorse, concesse solo una tregua sin alle » ore 18 di questo giorno. Travagliarono di nuovo in questo inter-» vallo i Deputati alla negoziazione, ma il popolo riacceso d’animo » e abbandonando quelle temperate disposizioni, che aveva falle » sperare in jeri sera, si è subitamente messo in ferocia, ed è co-» stante a volere, che i francesi cedano i Castelli e che disarmati » traversino la città, o diversamente vuole darvi 1’ assalto. Non am-» melte altra condizione, nè vi è autorità, che gl’ imponga ; agisce » senza poter disponere da per sé solo : ad ogni modo si fa ogni • sforzo per parte dei buoni cittadini, degli uffizii e delle cariche, » onde ispirargli moderazione, e procurare, che il suo entusiasmo » mal diretto non abbia a causare il loro sagrifizio. Abbiamo fallo (i) Raccolta documenti, ccc. j>ag. ìGy e scg.