anno 1797. 267 » olire il Mincio, al che avrebbe potuto benissimo servire la pro-» posta linea, ma ce ne (lasse un documento di questo suo ini* » pegno a nostro conforto per recarlo al senato : clic degli impegni » di questo non ne dubitasse, perchè sono impreteribili e ben di-» versi i senatori da quel eli’ egli crede: sono uomini puri, lontani » da inganni e da mala fede. Che egli, che aveva data la pace al-» l’imperatore, al papa, al re di Napoli, potenze nemiche della sua, • non volesse far la guerra alla repubblica e infierire contro di essa, » che tanti sacrificj e buona fede aveva esercitata verso la Francia. » Che per la decisione del Senato nella guerra coll’ Inghilterra non » avevamo commissioni, ma poteva farla proporre con altri mezzi. » Niente possiamo dirgli de’ prigionieri, perchè non ne siamo com-» messi, ma è ben facile, che il senato li rilasci a riguardo di lui, » quando ritornale le città, non possa più temerli. «• Mantenendo però egli sempre il tuono imperativo ed isfug-» gendo la trattazione, disse, intanto si lascino i detenuti, io sarò a » Treviso tra tre o qualiro giorni, forse prima di voi, veduto che » abbia il marchese di Gallo (ambasciatore di Napoli, che fu il ine-» diatòr della pace ) e veduto che abbia domani il campo verso * Brucb. Per non restar così privi di eifetlo c per dar luogo a » nuovi esperimenti, vedendolo impaziente di lasciarci, lo pregas-» siino a darci un altro appuntamento. Ci invitò a pranzo, dopo cui, » disse, parleremo. » Nelle ore intermedie abbiamo visitato il Commissario Ordi-» natore Wilman, inutilmente tentando di condurlo a minorar l’csor-» bitanle requisizion a Pordenon, Conegliano e Treviso : oggetto » ingiontoci dalle ossequiale ducali 18 corrente : abbiamo trattato » l’affare col maggior vigore, e speriamo, che VV. FE. ci dispen-» sino dal ripeter in ora le cose dette : ma e dalle sue voci uiliziose » quanto insistenti, e da quelle di Berthier, cui ci siamo nuovamente » prodotti, delusorie affatto ed evasive, abbiamo desunta la certezza, » che essi fossero intesi delle risoluzioni del Buonaparle. L’inco-» modissimo pranzo, nel quale furono usale tutte le civiltà alle nostre