balsamica; dove la fiorente salute si beve nelle fresche, tersissime linfe che da mille guise di fontane, di sorgenti, di rivi scaturiscono a inaf-fiare il beato terreno, e a render vane e imperfette quante immagini o comparazioni trovò mai in tal soggetto la poesia? Conoscete una città, ove le donne son belle ed amabili, ove gli uomini sono ospitali e cortesi, e sui volti degli uomini e delle donne si legge il brio e la salute: la preziosa salute, supremo dono della provvidenza celeste, che non si pregia mai tanto quanto allora eh’ ella il ritoglie! Questa cara città la conoscete? Ella è in capo al pittoresco Terraglio, siede sul placido Sile, s’incorona da lunge del frondoso Montello, si chiama infine Treviso; caraTreviso, il cui nome e la cui immagine si unisce e confonde nel mio pensiero alle più soavi e innocenti memorie della mia infanzia! Oh! io l’amo questa ama-bil Treviso; 1’ amo pe’ suoi amorosi e solitari! passeggi; per quegli ameni e auasi d\-si poetici dintorni, l’amo dell’amo;«» tu 1 cui s’amaro le arti, alle quali el:a diede u* D airi Jiici, un Mo-todì, un Paris, un Cima, un Canova; Canovn che in quello pur di Treviso nasceva alla gloria d’Italia; 1’ amo infine perchè in essa trovai così liete accoglicn¿o e;I ella ancora mi serba tanti cari compagni del primo mio tempo.