ANNO 1797. 211 » conoscere con fondamento la verità dell' asserto fallo, c clic il » Senato di Venezia poteva intanto prendere le misure, che avesse » credulo opportune per richiamare li sudditi dal traviamento. » Dopo le più solenni prolesle di fedeltà, ripetute anche dopo » l’occorso in Bergamo, al Provvedilor estraordinario dalli corpi, » e da alcuni individui della cillà di Brescia, ben si avvide esso N. • II., che tutte le misure da prendersi erano inutili, e che forse non » avrebbero che porlati maggiori sconcerti. Per salvare intanto il » pubblico danaro, che era devoluto all’ amministrazione del Prov-» veditor eslraordinario, credelte egli di consegnarlo al co. Nestore » Martinengo, uomo di esimia riputazione, c da lui creduto sino » allora il più attaccato al nome Veneto, ina la di lui accettazione al » posto di municipalisla, e la risposta data alla Carica, eli’ egli non » restituiva il denaro, eli’ era di proprietà della nazione bresciana » gli fece conoscere il suo inganno, e la già stabilita rivolta in quella » città. La sera delli 17 pertanto arrivarono a Coccaglio 60 ussari » francesi, li quali impedirono il passaggio ad un distaccamento di » cavalleria Veneta, che procedente da Bergamo doveva ridursi a » Chiari: e quindi 300 soldati tra bergamaschi e lombardi con » qualche soldato francese, unitisi al primo corpo marciarono la » giornata delli 18 verso Brescia. Minacciato al Provveditor estra-» ordinario I’ incendio delia città, e l’effusione di mollo sangue, se » si fosse fatta loro resistenza, credette prudente consiglio la Ca-» rica di non esporre la città, e gli abitanti. Entrarono pertanto » gl’ insorgenti, ed il Lecchi significò in nome del popolo bresciano » alla Carica eslraordiuaria, che voleva ritornar libero. Furono indi » usati tutti li modi più aspri e duri contro esso N. IL, fu arrestato per » alcune ore nel castello, gli furono lacerati li vestiti, accordato un » semplice pagliaccio per passare la notte, minacciato di torgli la » vila, arrestati gli uffiziali del di lui seguilo, e tentati di rinunziare » con grandiose offerte al legittimo loro sovrano, il che essi rifiuta-» rono colla maggior costanza. Fu messo poi in libertà, e per » incognite vie della città condotto fino alla porla di Tor Longa; da