ANNO 1796. 51 era, per accrescere il numero dei malcontenti e stimolare i popoli alla rivolta contro il governo legittimo della repubblica. La materna carità di questa tentava di rendere ai suoi sudditi meno gravoso un tanto flagello, procurandone a pubbliche spese un qualche risarcimento. Nella sola provincia veronese, il senato sborsò, dal primo ingresso dei francesi in Verona, sino a lutto aprile 1797, la somma di un milione settecento e sei mila ducati d’ argento. Ed alle altre provincie della terraferma somministrò, per lo stesso oggetto, due milioni ottocento novantadue mila settecento novantaqualtro ducati effettivi. E nei due soli mesi di giugno e luglio 1796, per le provincie di là del Mincio, sborsò quarantasetle mila quattro-cento novanlotto ducati. Le quali somme danno la complessiva cifra di 4,646,293 ducati, sborsati dalla repubblica per compensare in qualche modo i danneggiati dalle violente requisizioni dei rapaci proseliti del comandante generale delle armale del Direttorio di Francia. E tutto ciò perché si calmassero e desistessero dall’ idea di una solenne vendetta, che forse avrebbe precipitato la repubblica irreparabilmente. Gl’ infelici sudditi veneziani, benché posti dalla Providenza su di un suolo fertile e dovizioso, erano costretti a soffrire la fame; benché muniti tuttavia di armi, erano condannati a sostenere le più sfacciate ingiustizie. Oppressi da rapine, da incendii, da devastatrici depredazioni, da insulti di ogni genere, tutto sopportavano, come se fossero stati insensibili : vessali in tempo di guerra egualmente, che nel tempo delle tregue, che succedevano alle militari fazioni. E le violenze e le vessazioni furono innumerevoli, inenarrabili. A Monlagnana i francesi saccheggiarono il territorio : a Pescantina dispersero ed affondarono tutte le barche. Occuparono e poi demolirono la Rocca d’ Anfo. Alla Badia incendiarono un ponte, che difendeva le contigue campagne dalle inondazioni dell’ Adige : tutti i provvidi ripari fatti sulle sponde di questo fiume, furono rovesciali da un insensato e vergognoso genio di distruzione. Lungo i monti Lezini, da ambedue le contrapposte falde, furono messe a