246 LIBRO L, CAPO III. dello stalo neutro c disarmato della repubblica amica; ed all’esecuzione di queste tendevano le moltiplicate violenze in tutte le città e le provincie della tcrraferma veneziana. CAPO III. Continuano le sciagure di Verona. Verona intanto, la fedele Verona, resisteva animosamente alla feroce temerità degli usurpatori francesi. La continuazione degli avvenimenti luttuosi, che desolavano quella città, furono manifestati al senato dai dispacci, che il Giovanelli ed il Contarmi gli diressero nei giorni 20, 21, 22 e 25 aprile. I nemici infatti, venendo dal territorio bresciano, s’erano spinti sino alla porta san Zeno, ed avevano trovato vigorosa resistenza nei villici ben bene armati. Insistevano quelli a pretendere, che tutti depositassero le armi, altrimenti li avrebbero costretti a battersi assaliti da tutte le parli ; ed il popolo costantemente rifìutavasi dal-l’aderirc alle loro pretensioni. Perciò si accinsero i francesi al bombardamento della città, ed all’ assalto di essa con generali sortite dei castelli, che occupavano. Fu sconfitto alia Croce Bianca ed a san Massimo un corpo di truppe venete comandale dal brigadiere Maffei, il quale di un migliajo d’ uomini di truppa regolata, a cui comandava, ne perde intorno a seicento, oltre ad alcuni pezzi di artiglieria. « Il fatto d’armi (1) fu de’più sanguinosi eie truppe » a piedi italiane e oltremarine si comportarono con tutto il valore, » e Io confessano gli stessi francesi ; ma, non abbastanza secondati • dalla cavalleria, ed ai primi colpi di cannone dispersi i villici, » 1’ affare è sventuratamente riusciuto a grave danno dei nostri, » inutile essendo stata una piccola sortita, potuta farsi dalla porta » san Zeno per sostenerli e coprire il villaggio di Santa Lucia, che » in buona parte si è dal nemico dato alle fiamme. » (i) Dispaccio del dì 21 aprile, pog. 184 della Raccolta, ecc.