HI. Dei Giudicanti. Esamina le colpe .... Giudica, c manda secondo che avvinghia. Si sa, è cosa vecchia, antica, che tulio il mondo ha sue debolezze. Sansone si lasciò prendere pc’ capegli, Achille pel tallone; Socrale, Tasso credevano negli spiriti; Volture, letterato ed uomo d’ingegno dei tempi di Luigi XIII, impallidiva dinanzi a una bottiglia di vino, ed io conosco un prode soldato, grave il petto di onorate ferite, che impallidisce se uuo gli parla di morti. Senz’ essere nè Sansone, nè Achille, nè uomo d’ingegno, nè prode soldato, ho aneli’ io come gli altri mortali le mie debolezze, temo an-ch’ io, se non il vinó ed i morti, che non sono cose affatto paurose, e tulle e due passano, si altre cose; c poi che s’ ha dirlo, la mia paura, il mio terror, lo spavento, sono i giudicanti. Equi prego il benigno lettore a non confondere le parole. Giudicante non è giudice altrimenti, come ballante non è ballerino, sonante non è sonatore. Giudice è chi ha diritto, facoltà ili giudicare; il giudice giudica con coscienza, con giustizia, con senno, e però non è a temersi più che non si temono le savie c discrete persone. Ta-