Di laute lettere era il mio gobbo fornito, tanto nome ebbe un tempo nella Repubblica, cosi dei comandatoli, come dei letterali ! Nè accade di dire: egli baia testa di pietra; quante teste di legno o di pietra non iscrivono, non ¡stampano ancora, insultando perfino colle stampe i galantuomini, per ciò solo forse eh’ eglino non banno una testa alla lor simigliatile ? Il gobbo, è vero, ha la testa di pietra; ma alle sue scritture chi noi direbbe il più sottile umano cervello ? Quanti umani cervelli all’ incontro non si cre-derebber di pietra chi solo stesse alle loro scempiate scritture? E però, questa fu e può chiamarsi una giusta e conveniente ristorazione : la ristorazione del gobbo, che solo ed immoto, fido alle antiche sue leggi, sostenne l’urto dei secoli, e resse alla procella degl' inauditi e più fantastici che verisimili avvenimenti del secolo. Ed oh! gobbo, che solo fra tante cose spostate, capovolte, distrutte, rimani ancora saldo al tuo posto, perchè le tue spalle non furon maestre di costanza alle genti, che troppo, ahimè! presto del loro peso stancaronsi e lo lasciarono ire miseramente per terra! Tu pur, povero gobbo, sentisti rombarti la tempesta d’intorno, t’ insultarono i putti, t’insultarono lerivendugliole dell’incanto, fosti dal tuo sito rimosso, ma tu forte durasti il