ANNO 1796. 103 » dal veneto ambasciatore alla Porla, e che anche furono spesso » I’ oggetto delle conferenze stabilite in Venezia. Elleno vi avranno • veduti li contrassegni d’interesse particolare, che il Direttorio » Esecutivo continua a dimostrare per questa Repubblica, sua an-» tica amica, e li mezzi, che da lui sono indicati per aumentare e » stringere i legami, che uniscono le due nazioni. Molti oggetti par-» ticolari sono stali trattali nelle conferenze, combinali con comune » soddisfazione; ma il silenzio del Senato sopra il più importante » argomento sottomesso alle sue deliberazioni impone al Ministro il » il dovere di presentarglielo direttamente. » Il governo di Venezia conosce la sua posizione attuale rclati- • vamcnte alla Casa d’ Austria, che circonda i suoi stati. Esso non » ignora le pretese, che spesso ha manifestale sulla più bella por-» zione de’ suoi dominj, ed è troppo giusto e troppo illuminalo per » non convenire, che deve l’integrità delle sue provincie alla co-» slanle amicizia della Francia. Esso è egualmente istruito de’ pro- • getti maliziosi della Russia sulla Turchia Europea, ed è ben con-» vinto, che se li medesimi potessero realizzarli, tutte le isole Venete » seguirebbero immediatamente la sorte delle provincie Ottomane, • che 1’ avvicinano. » L’ avida Inghilterra, che ha un’ alleanza impolitica in questo » momento con dette potenze, dividerebbe le spoglie dell’ impero • Ottomano, avrebbe degli stabilimenti nel Mediterraneo, che da • lungo tempo vagheggia, ed il commercio e la navigazione, dei » Veneziani sarebbero annichilati. » Queste tre potenze non perdoneranno giammai al Senato di » Venezia la sapienza della sua condotta nelle ultime circostanze, » ed il suo costante rifiuto d’ entrare nella mostruosa eoalizzazione, » da loro formata contro la repubblica Francese. » L’ Europa intiera aprirà gli occhi sull’ ambizione delle due » prime, ed elleno incontreranno degli ostacoli all’esecuzione de’ loro » progetti, sopra tulio se la Porta Ottomana trova nc’ suoi amici » de’possenti alleali pronti a soccorrerla. Ma l’Austria combina già