312 LIBRO L, CAPO XIII. spingevano sempre la Municipalità a misure di rigore contro la nobiltà; questi, seguitali dal maggior numero, cercavano di trattenerla nelle vie della moderazione. Tutti per altro speravano nella persuasione ili conservare così la sovranità di Venezia. La fratellanza delle provincic nt>n fu di miglior conio. Quando la Municipalità di Venezia le invitava ad unirlesi, ricusarono di aderire all’ inchiesta : anzi gli stessi generali francesi studiavansi di distoglierle. Così fece in Padova il generale Wictor ; cosi altri in altre città. Disprezzavano Venezia e i veneziani, atterravano da per tutto gli stemmi di san Marco, c con la penna e con la lingua impaperavano, maledicevano, esecravano il passato governo della Repubblica. Ecco i bei frulli, di che sempre furono e sempre saranno fecondi i Governi Provvisorii ! ! !! CAPO XIII. Trattato di pace tra la repubblica di Venezia, é la repubblica francese. Intanto, che accadevano in Venezia siffatti rovesciamenti di cose, i deputati della repubblica maneggiavano in Milano un trattato di pace col generale Buonaparle, e conchiudevano con esso lui, nel dì 16 maggio, mollo meno di ciò eh’ era sfato di già eseguito. Non mi fermo qui a notare le molle inesattezze e le frequenti menzogne, di che sono impastati i Documenti giustificativi, portali dal Darù nel suo tomo XI, perchè rimangono smentite, nelle più essenziali cose da me narrate fin qui, da mollissimi documenti, che ho recati e dalle testimonianze d’imparziali scrittori contemporanei. Vengo per ciò a dare adesso il trattalo di pace conchiuso tra i deputali veneziani e il Buonaparle in Milano; trattalo, che il Darà omise, forse perchè vergognoso di troppo alla sua nazione. Eccone il tenore :