TU LIBRO XtlX, CAPO XIII. » senato di entrare in secrelissima negoziazione, sarebbe munito il » ministro di Venezia delle opportune istruzioni e plenipotenziarie, » onde avesse a trattare con chi meglio sembrasse a VV. EE., » assicurando della più desiderabile propensione del Direttorio » stesso, onde combinare un trattato, che garantisca non solo in * ogni occasione la indiminuta esistenza politica della Repubblica » serenissima, ma nel procurare altresì alla stessa importanti vantaggi. » Analoga la proposizione alli discorsi tenuti dal Reis Effendi al » Ralli è ben ragionevole il dedurre, che essi due governi, e forse » anche la Spagna abbiano concertato di persuadere VV. EE. a far » seco loro causa comune in affare, il quale, a dir il vero, interessa » presso che egualmente esse potenze : e pur troppo ho motivo di » temere, che dalla Porta stessa mi si abbia a fare, e quanto prima, * delli ancor più serj eccitamenti. Parve a me nullaoslante di do-» vermi destramente sottrarre dell’ esser apportatore di cosa non » del tutto grata. Assicurai dunque il sig. Inviato della molta coin- * piacenza, che io provavo nel rilevare riconfermati li sentimenti » amichevoli verso il Veneto governo della repubblica Francese, e » la di lui [»articolar soddisfazione sulla mia condotta : che rispetto » poi al grande affare, di cui egli mi faceva parola, senza entrare » in estemporanee discussioni, almeno per ora incompelenti, mi » sembrava, dovesse questo essere esibito con altri mezzi, o con » quello del veneto ministro in Parigi, o del francese in Venezia : » ma senza lasciarmi proseguire, soggiunse il Verninac, che era » ben ragionevole si dovesse aprire la negoziazione a questa parte, » dovendo questo governo avervi un’ immediata relazione. Mi ri-» fletteva poi, che importando troppo di osservare il secreto, senza » il quale invano si tenterebbe di condurre a felice termine li » grandi affari, si contemplava in tal modo di non renderlo nolo al » mondo per ora ad altri senza una necessità. Inutili tutte le fattegli » rimostranze, nel timore, che una maggiore resistenza potesse » spiacergli e produrre dei rapporti non grati al Direttorio, ho » credulo di dover promettere, che sebbene mi fossero note le