104 fiori e l’crbelle. Le miserie fuggono: s’arricchisce di splendido ammanto il cencioso, e senno acquistano fino agli scimuniti. Gran potere di questa pazza! Vaglio, nascondimi sì eh’ io la miri vicino, e non la faccia fuggir del sembiante. (S’aggomitola di sotto al Va-glio). Pagi. Fortuna! Fortuna! Fort. Ohe! chi è che mi chiama? (guardandosi attorno). Vagì. Qua, qua. Volgiti da questa parte, son io il Vaglio, il povero Crivello! Fort. Tu, cosaccia vana! E chi t’ha dato questa facoltà di parlare ? Vagì. Or odi questa! s’ha da saper anche adesso, come parlan le genti? Parla chi ha la lingua. Fort. Ma insomma che vuoi da me? Vagì. Che mi porti pel mondo in cima alla tua ruota. Fort. Fratello, noi posso: di queste cose io non m'intrico. Qua dietro son L’Ingegno e la Fama, raccomandati loro. Vagl. Fortuna non dirlo. Vedi eh’ e’ sono tuoi seguaci e mancipii. Tu comandi loro. L’Ingegno e la Fama conducono da sè in Castri sant’Angelo, o nella Torre di sant’Anna, i loro soggetti. Tu sola se’ benigna co’ tuoi. E