anno 1796 87 dall’uffizio postale, ed ogni motivo di maraviglia, se uguali misure prendesse anche in seguito tostochc fosse venuto a cognizione di nuove lettere dirette ad ufficiali austriaci. Ed uguale sistema si teneva in Milano, ove si aprivano indistintamente tutte le lettere sì private che pubbliche, provenienti da Venezia od a Venezia dirette: anzi furono persino copiati pubblici dispacci e ne fu mandato a Buonaparte il contenuto. Egli stesso poi con quale inconveniente contegno non violò i diritti del governo veneto in Brescia ? Oltre al pretendere, secondo l’usato, sussistenze per le sue truppe, occupò e fortificò il castello, disponendo a suo talento dell’ artiglieria, che vi trovò : nè contento degli ospitali apparecchiati, capaci di quattrocento ammalati, mandò soldati ad occupare, senz’ averne dato verun avviso preventivo, sei conventi per collocarvi all’ uopo altri due mila ammalati, e nello stesso tempo e nello stesso modo intimò ai pubblici rappresentanti della città di dover somministrare entro la giornata sci mila camicie, tremila aunc di tela, e grande quantità di acquavite, di aceto, di vino, di limoni e persino di zucchero; minacciando la città, se non fosse adempito immediatamente il suo comando, di sottoporla ad una tassa di tre milioni, e di procacciarsi poi con la forza tuttociò che non gli venisse somministrato. E per colmo di violenza negli stati di una potenza amica e neutrale, fece demolire la rocca di Anfo, appartenente alla repubblica di Venezia; e, disprezzando le rimostranze e le proteste, che glie ne fece il Provveditore generale straordinario. rispose essere ciò necessario alle sue viste ed ai suoi piani di guerra, e tutt’ al più si limitò a promettergli di far trasportare in Brescia i cannoni dei veneziani. Questi erano i preliminari dell’ alleanza, che la francese lealtà procurava di stringere con la repubblica di Venezia. l)i tuttociò non fece parola il Darù ; stimò meglio passarvi sopra, perchè troppo chiara sarebbesi manifestata la finzione, eh’ egli avvertitamente voleva tenere celata, c che non di rado ravvolse framezzo all’infedeltà delle sue traduzioni dei documenti veneziani, maliziosamente da lui