anno 1796. 73 die Ferigo Foscari, bailo a Costantinopoli, scriveva agl’ inquisitori di stato. Eccone il dispaccio de’ 9 luglio 1796. « Ho rassegnalo in due recenti dispacci (1) all’ eccellentissimo » senato un breve cenno sui reiterali discorsi tenuti dal Reis Effendi » al dragouiano Ralli. Dopo aver l’Olloniano ministro versato sugli » affari correnti d’ Italia, si concentrò egli nel cercar di compro-» vare anche la crisi politica, da cui è minacciata tutta 1’ Europa, » che deve per necessità indurre anche l’eccellentissimo senato a » prendere un partito adallato a garantirlo dalle minacciale avver-» sità. Che in vano potrebbero VV. EE. lusingarsi di più a lungo • sostenere una isolala esistenza politica, e nella indispensabile ue-» cessità di far causa comune con altre potenze, niente meglio può • loro convenire d’un’alleanza con la Porta, la Francia c la Spagna. » Ee risposte del detto dragomano furono sempre prudenti ed uni-» formi alle pubbliche massime, ed attribuivo, a dir vero, tali signi-» ficazioni a puro azzardo e senza un premeditato oggetto. Ebbi » però ben presto motivo di riconoscere, eli’ io ero ingannato. Que-» sto sig. Invialo di Francia mi fece significare ne’ giorni decorsi, » che desiderava aver meco un secretissimo colloquio, il quale poi » anche si verificò in questa casa, ove egli si è espressamente por-» tato. Dopo le più soddisfacenti proteste di sentimenti amichevoli » del Direttorio di Parigi verso l’eccellentissimo Senato, e nella piena » soddisfazione anche delle mie direzioni, disse, che era al caso di » darmene una luminosa prova. Mi significò adunque di avere ri- • cevula commissione espressa e pressante di esibire alla Repubblica » un' alleanza difensiva, nella quale probabilmente prenderanno • parte la Porta e la Spagna. Si diffuse quindi nel volermi far co-» noscere, che questo era il solo mezzo adattato a porre argine » agli estesi progetti delle due corti imperiali, secondali dall’Inghil- • terra e sopra tutto a garantire la nostra Repubblica minacciata » sopra ogni altra. Che allor quando piacesse all’ eccellentissimo (i) Munì, arò t ai8. VOL. XII1. 10