2f|8 LIBRO XXII, CAPO XVIII. 1’ Egnazio, nel lib. 3, cap. 3 ; nel iib. 5, cap. 3 ; e nel lib. 3, cap. 8, ampiamente scrive. Nè dissimile punto fu nella sua Storia veneta Pietro Giustinian, nel lib. Vili. » — Qui dovrei far sosta, perchè qui finisce la circostanziala narrazione di si memorando avvenimento, il quale forma il soggetto di questo capitolo cd è il limite prefisso all’ estensione di questo libro. Ma poiché il manoscritto stesso continua a narrare con brevi parole e 1’ elezione del doge successore e la morte del Foscari, in quel dì appunto avvenula e la pompa dei funerali celebratigli ; perciò cred’ io conveniente il proseguire qui, piuttoslochè altrove, la descrizione di queste cose eziandio, acciocché ne rimanga esaurito intieramente il soggetto e se ne possa avere continuatamente la serie. Prosegue adunque il manoscritto così : — « Rimosso che fu il vecchio doge Foscari, convocossi il Maggior Consiglio, dal quale si divenne alla elezione delti 41 elettori, perché dalla loro prudenza e maturità fosse scelto nella di lui vece un nuovo doge in conformità del C. X. ; quali raccolti e rinserrati, coni’ è di costume, nel pubblico palazzo, crearono non molto dopo Pasqual Malipiero doge successore dell’ancora vivente Foscari, il quale ( se prestar si dovesse fede a quanto asserisce lo stesso Giustinian, nel lib. 8 della sua Storia) « qui inox ut audivil » tripudiantis civitatis de novi principis creatione laetitiam, ma-» gno edito gemitu, generosus ille spiritus ad superos evolavit. » Ma non furono solo li veneti storici, cbe scritto abbiano un avvenimento così singolare, mentre molti anche tra gli esteri ne hanno fatto di esso particolar menzione, e fra questi principalmente Enea Silvio Piccolomini, il quale nella storia d’Europa, a cart. SI, si diffonde in questo particolare. Se il Piccolomini nella sua esposizione racconta 1’ avvenimento con quella semplice verità, in cui infatti è seguilo, se non se ne toglie alquanto alla fortezza d’animo del Foscari una qualche parie dell’ eroica di lui costanza, affermando non aver potuto sopravvivere alla dolorosa perdila della sua dignità, erra poi molto