151 lui la scintilla dell’immaginazione, e ne creò una serie di leggiadri pensieri. 11 quadro rappresenta la soglia d’ un tempio di greca architettura de'bassi tempi, sulle cui rozze colonne il pittore scolpi col magico pennello le ingiurie ed i danni dei secoli che vi passaron sopra colle ali. Il rimanente del campo è compiuto colla vista d’ una cittadina contrada con sì bella prospettiva ideala e disposta, che l’occhio vi s’interna, vi si perde per entro, e invita quasi il piede ad entrarvi. Il sommo del quadro è bellamente rotto dalle nubi che formano la Gloria, e mezzo mostrano mezzo nascondono i sommi comignoli delle case, facendo sgabello a due vaghi angioletti taciti testimonii di quella pia cerimonia, di cui recheranno le nuove in paradiso. Sul limitare del tempio è un santo vecchio, venerando per lunga e bianca barba, venerando per bianchi capelli, ma più ancora per le sacre episcopali insegne. Ei tien le mani per entro alla splendida chioma, e sta per reciderla, d’una reai giovinetta che in atto di celeste candore gli è a piedi in ginocchio. Alla innocenza che spira da quel volto sidereo, all’ umiltà di quegli occhi al suolo atterrati, a quel raggio di divina bellezza che il pittore seppe diffondere sulle giovinette sembianze, ben si vede che il mondo non era degno di sì perfetta creatura, e che flore sì